E’ stata una Juventus no goal no vittoria quella vista ieri sera contro il Borussia M., solida dietro evanescente in attacco
Juventus no goal no vittoria
Un po’ come successo domenica scorsa, la Juventus ha replicato, contro il Borussia M., il copione visto contro l’Inter. Juventus no goal no vittoria, è la sintesi perfetta della terza gara di Champions League disputata dai ragazzi di Allegri. Pareggio che permette di allungare di un punto sul temibile Siviglia ma che fa arrivare il Manchester City ad un alito di vento da noi. Del match contro i tedeschi, rimane la buona prova di solidità di tutto il complesso con un centrocampo che lascia giocare davvero poco gli avversari e che, importante, neanche a dirlo, blinda la difesa dando una sensazione di grande solidità. Partiamo da questo dato e penso che Allegri faccia più o meno lo stesso. Alla Juventus fragile e confusionaria di settembre, sta subentrando un blocco concreto che lascia niente agli avversari. Base solida, importante, punto nevralgico su cui fondare tutto il resto perché se hai la certezza che il centrocampo faccia il filtro che deve fare e i tre dietro giocano come sanno, ti puoi dedicare anima e corpo allo sviluppo del gioco offensivo, un reparto che deve necessariamente cambiare passo.
Juventus no goal no vittoria, deve assolutamente finire qui se si vuole cambiare il corso della stagione. Il gioco è migliorato, anche gli interpreti stanno via via tornando sui livelli che conosciamo, manca la capacità di fare goal senza sudare le proverbiali sette camicie. Sviluppiamo una manovra a tratti pure più fluida rispetto al passato, abbiamo alternative di pregio sulle corsie esterne, uomini di fantasia in mezzo al campo. Dobbiamo e possiamo sfruttare al meglio le qualità dei nostri uomini offensivi. Ieri sera, fino alla trequarti avversaria, abbiamo giocato con un certa efficacia, salvo poi, voler far goal da singoli e non da squadra, scegliendo soluzioni improbabili. Un atteggiamento del genere si giustifica forse col fatto che ognuno vuol portare acqua al proprio mulino prima che alla squadra e questo non va bene. Sta ad Allegri invertire questo andazzo, in breve tempo.