Cassano e compagni alzano la voce contro l’arbitro Tagliavento. Moratti ci è o ci fa?
Moratti è da sempre un abile pifferaio, uno che usa la stampa e le tv come fossero parte dell’ufficio stampa dell’Inter. Moratti ha sempre pronte le risposte forse perché magari conosce già le domande. Nessun giornalista, si prende la briga di porre la domanda scomoda, quella che aprirebbe un mondo su un’altra verità, una scomoda verità per chi è fuggito a gambe levate, da quella giustizia sportiva che avrebbe voluto giudicarlo per reati più gravi di quelli commessi dal nemico Moggi.
Moratti parla e lo fa solitamente quando vince, con i soliti giornalisti, quelli che vivacchiano sotto i suoi uffici. Un attento osservatore, capirebbe subito che le parole di Moratti non corrispondo quasi mai alla realtà oggettiva dei fatti ma sono invece, quasi sempre, un puerile tentativo di spostare l’attenzione dalle malefatte della sua società.
Sabato sera a Torino abbiamo assistito all’attacco negli spogliatoi, tra il primo e il secondo tempo, dei giocatori dell’Inter verso l’arbitro Tagliavento. Ricordate le polemiche dopo Catania? Tv e giornali riportarono le parole di un indemoniato Pulvirenti, circa un presunto condizionamento di Pepe sul guardalinee Maggiani.
Cosa abbia detto Pepe al guardalinee resta un mistero mentre il contenuto di quanto strillato da Cassano e Co. All’indirizzo di Tagliavento è ben noto: Taglia, perché te ne vai? Noi stiamo parlando con educazione, tu fai finta di niente e ci dai le spalle. Fai il fenomeno e te ne vai.
Il secondo tempo di Juventus Inter lo abbiamo visto tutti. Direzione di gara sfacciatamente a favore dei prescritti, rigore generoso e cartellini solo ai bianconeri.
Lamentarsi dopo tanto ben di Dio, rientra perfettamente nello stile Moratti e della ridicola squadra che rappresenta. A Genova, ieri, hanno fatto la ‘panolada’ per i torti ricevuti a San Siro contro i prescritti ma nessuno ne ha parlato. Ecco, sarebbe bastato un giornalista con le palle per farlo presente al rosicone presidente nerazzurro e chiedere lumi a proposito ma questo non è il giornalismo che piace al prescritto e a quelli della sua specie.