Giovinco e Matri steccano, il pari della Juventus riapre il dibattito sull’assenza di un vero bomber capace di concretizzare l’enorme mole di gioco.
La Juventus colleziona il terzo pari consecutivo in Champions League con un uno ad uno che fa non poco rumore. Il fragore arriva soprattutto dal rammarico per non aver concretizzato una valanga di palle goal che gli attaccanti hanno avuto a disposizione.
D’accordo che non si è giocato con la solita intensità e cattiveria, passi anche che qualche avvicendamento non ha portato i benefici sperati però, per tutti i santissimi giorni che il Signore ha mandato in terra, se sviluppi 30 azioni di attacco e partorisci solo un goal, è evidente che qualche cosa non gira come dovrebbe.
Vucinic entra, ha mezza occasione e fa goal. Giovinco e Matri, si dannano l’anima, arrivano a tu per tu con il portiere danese ma sbagliano l’impossibile. Manca il cecchino, su questo non ci piove. Non sempre il centrocampista o il difensore riesce ad andare in goal e quando questo non succede sono dolori.
Giovinco, lo sappiamo, è un buonissimo giocatore ma non riesce a fare il salto definitivo. Matri se non viene servito da Pepe rende pochissimo. Quagliarella ne fa un paio bene e tre mediocri. Tolta la cristallina classe di Vucinic, lì davanti per il momento si salva poco o niente.
Una squadra come la Juve di Conte, che produce tantissimo, se non ha un finalizzatore coi fiocchi, rischia di impattare partite tipo quella di ieri con i danesi e questo, francamente, è davvero un peccato perché la vittoria sarebbe stata più che meritata.