Primo tempo dominato in lungo e largo ma dopo il goal si perde inspiegabilmente il filo del match

Una bella Juventus, ridisegnata da Conte, mette all’angolo le stelle del Real costringendo “piscina” Ronaldo a figure barbine per tutto il primo tempo. Squadra tosta, campo coperto e sfruttato alla perfezione, sviluppo armonico del gioco e interpretazione della fase difensiva come solo gli squadroni sanno fare. Tutto ciò, fino al goal di Vidal. Dopo il sacrosanto vantaggio e quando dovresti

assumere quell’atteggiamento necessario a non far rientrare l’avversario in partita, capita che la Juve accusi una sorta di blackout. Come se il vantaggio vada resettare schemi e atteggiamento mentale della squadra.

Un vero peccato aver buttato alle ortiche un sontuoso primo tempo come quello di ieri per un’ingenuità di Caceres, ingenuità forzata dal giro palla dettato da Conte. Caceres è stato comunque tra i migliori del match, così come Conte ha vinto alla grande il confronto con il più esperto Ancelotti.

Dopo il pari del Madrid, c’è stato un comprensibile calo di tensione dovuto più allo sconforto che alla condizione fisica. Certo, il non avere ricambi all’altezza per Asamoah, ha costretto il tecnico a lasciare in campo il ghanese anche quando era stanco per l’enorme dispendio di energie e questo, un team che punta all’Europa, non può permetterselo.

Sono, comunque, state due gare, quelle con il Real, importanti per capire che siamo sulla buona strada ma anche che c’è molto da lavorare per entrare nell’olimpo che conta.

Abbiamo visto che in Europa il 4-3-3 rende di più, sappiamo che per questo modulo ci manca qualche interprete di spessore e su questo Marotta dovrà concentrarsi.

Il passaggio del turno è alla portata, il rammarico per aver buttato punti contro i danesi e i turchi si è ulteriormente ingigantito dopo la partita di ieri. Peccato ma, non è ancora finita.